La famiglia del futuro. Sembianze e caratteristiche di un'entità in mutamento. Intervista all'avv. Giovanni Bonomo a cura di Silvia Barbati della facoltà di Scienze dell'Organizzazione dell'Università Bicocca - Milano.
D.: La famiglia del futuro. Come si immagina la famiglia fra 30 anni?
R.: Penso che il concetto di "famiglia" quale nucleo fondante della società, sopravvivrà nonostante l'aumento delle tipologie e la diversificazione dei modelli. Guardiamo alle unioni di fatto sempre in aumento, al fenomeno crescente dei figli nati fuori dal matrimonio: già rispetto a dieci anni fa il numero delle famiglie di fatto è più che raddoppiato, considerando anche le varie convivenze more uxorio, come si dice in linguaggio giuridico, costituite dopo precedenti matrimoni falliti. Queste nuove famiglie sono nuclei familiari con la stessa dignità e la stessa coesione delle famiglie tradizionali, e già il legislatore ha dovuto riconoscere e regolamentare queste situazioni di fatto soprattutto nell'interesse dei figli naturali, i soggetti più deboli, i quali sono parificati ormai in tutti i loro diritti ai figli legittimi. Il figli naturali vantano ora esattamente gli stessi diritti nei confronti dei genitori, come affermato dalla legge n. 219 del 10 dicembre 2012 in materia di riconoscimento dei figli naturali. Ma la domanda che un genitore responsabile deve porsi adesso, e non tra trent'anni, è questa: sono in grado di assicurare al figlio che intendo procreare una vita felice? Speriamo di non dover aspettare 30 anni perché maturi nelle persone questo senso di responsabilità.
D.: Matrimonio o convivenza?
R.: Bella domanda... già dalla mia prima risposta avrà compreso il mio pensiero: guardiamo alle nascite ormai quasi dimezzate rispetto a soli vent'anni fa, al numero dei matrimoni ridotti a un terzo, alle separazioni in continuo aumento. Che senso ha adesso sposarsi se non si dà più quel senso di sacralità al matrimonio inteso come vincolo che, più che un impegno di assistenza reciproca era anche un dovere reciproco di fedeltà e di giuramento per la vita? Si dice che la famiglia è fondata sul matrimonio, e questo è ancora valido in un'ottica religiosa, ma dobbiamo guardare alla realtà dei fatti: non è meglio allora dire, cercando un impegno morale dentro di noi piuttosto che in un vincolo sacro (peraltro già desacralizzato dalla legge sul divorzio), che è una felice e seria convivenza a fare da solida base alla famiglia, di qualunque tipo essa sia?
D.: Come si immagina il rapporto genitori figli nel 2050? La figura genitoriale tra 30 anni.
R.: Prevedo un cambiamento in meglio, ma più che una previsione è un mio accorato auspicio, dal momento che, pur non essendo padre, faccio egualmente parte di questa società e so immedesimarmi in certi problemi, vedendo molte situazioni di intollerabile ingiustizia come avvocato e difensore dei più deboli. Sa quanto mi piange il cuore assistere a certi casi pietosi di conflittualità familiare? Non può immaginare quanti casi di alienazione genitoriale ci sono in giro e di cui fanno le spese soprattutto i figli minori, che vengono alienati e privati di una figura genitoriale, più spesso il padre ad opera della madre separata. Perché non ci chiediamo, anziché immaginare la famiglia del futuro, quanto possiamo fare oggi affinché le nostre scelte abbiano ripercussioni solo positive sui nostri figli una volta diventati adulti? I rapporti tra genitori e figli sono fortemente condizionati dallo stare bene insieme dei genitori, che devono essere entrambi un valido riferimento per i figli, e all'occorrenza scambiarsi i ruoli, su un piano paritario. Alla fine anche il legislatore ha voluto stabilire, abolendo il concetto di "patria potestà", di retaggio patriarcale, in favore del concetto neutro di "responsabilità genitoriale", questo fondamentale concetto. Responsabilità genitoriale... un'espressione che già da sola dovrebbe far riflettere. Spero quindi, tornando alla Sua domanda, che la figura genitoriale tra 30 anni sarà molto migliorata una volta che questa responsabilità di genitore sarà sentita sul piano umano ancor prima che giuridico.
D.: Che succederà secondo Lei dei nuovi modelli familiari che stanno oggi acquisendo visibilità anche in Italia, ad es. coppie miste, coppie di fatto, coppie omosessuali?
R.: Sono destinate a crescere e a consolidarsi, vogliamo farcene o no una ragione? Se abbiamo compreso che ciò che conta è la solidarietà umana e l'assistenza reciproca, perché dobbiamo essere preconcettualmente ostili a tali "nuovi modelli" familiari? Lo so che ciò che ora dico appare contradditorio rispetto a ciò che ho scritto a proposito delle "unioni civili", in cui appare che sono contrario, ma io mi riferivo più che altro (già nel titolo ironico dell'articolo: "Sono per le disunioni incivili") al disegno di legge, con tanto di clamore mediatico, che serviva solo a nascondere i più gravi problemi del Paese. Viviamo in un'epoca in cui i figli di genitori separati sono all'ordine del giorno, così anche le famiglie interrazziali, e stanno prendendo piede ora le coppie miste e omosessuali. Perché avere ancora pregiudizi dopo che si è capito che, ciò che più conta, è la famiglia autentica e reale piuttosto che quella ideale. Ideale per chi, per i cattolici? Ogni volta che ci opponiamo a un cambiamento disperdiamo energie e creiamo conflitti, di cui fanno poi ancora le spese i figli, che si sentono sbagliati per il pregiudizio altrui. Poniamoci allora questa semplice domanda: riconoscere i diritti ad altri ci toglie qualcosa? Ritengo che nessuno debba più avere il potere di far sentire un bambino come sbagliato. Insisto sul concetto di responsabilità genitoriale.
D.: Quale trend immagina per l'instabilità di coppia? Si andrà verso una maggiore diffusione del divorzio? Che cosa pensa dei divorzi grigi?
R.: Mi auguro proprio di no. Se per "divorzi grigi" intende il fenomeno delle separazioni tra anziani, vuol dire che il fenomeno della convivenza di coppia fallirebbe anche tra persone più mature e sagge, almeno così io vedo gli anziani. I rimedi alle instabilità di coppia del resto già evitano di scomodare la giustizia: i procedimenti di negoziazione assistita e di mediazione familiare consentono di risolvere questioni confinando il ricorso al tribunale ad ultima risorsa.
D.: L’immagine tradizionale della famiglia sopravvivrà anche tra 30 anni?
R.: Consegue da quanto appena detto che la mia risposta coerente è... no, nient'affatto. Siamo avviandoci verso una civiltà futura in cui niente sarà lasciato al caso e ad usi e costumi, tutto sarà regolato e normato, tranne i sentimenti ovviamente. Voglio dire solo che il concetto di "tradizione" svanirà lasciando il passo al concetto di "buon senso", al quale saranno ispirate anche le leggi e tutto il sistema giudiziario.
D.: Quali modelli familiari nasceranno? Quali sono i timori legati allo sviluppo di queste nuove forme di famiglia? Le coppie omosessuali saranno socialmente accettate?
R.: Credo proprio di sì, a pensare diversamente non sarei coerente con quanto ho appena detto. Lo aveva già previsto Osho Rajneesh, secondo cui il concetto di famiglia è già superato: egli chiamava queste forme di aggregazioni con il termine "comuni", solo per evitare confusioni verbali non usò il termine di "società", ma il concetto è lo stesso. Se pensiamo al significato originario della parola “comune” scopriamo che è una parola di grande valore, perché indica un luogo in cui la gente non solo vive insieme, ma vive in profonda comunione. E questo è ciò che più conta al di là dei ruoli di padre o di madre.
D.: I tempi di transizione alla vita adulta si stanno già modificando, l’età media in cui si diventa genitori è aumentata, secondo Lei quali conseguenze ciò porterà alle nuove gerazioni? Tra 30 anni quale sarà l’età media in cui si diventa genitore?
R.: Penso che incida molto la sfiducia nel governo e la crisi economica mondiale, non solo del nostro Paese, nel prendere decisioni di diventare genitori. Del resto più si procrastina tale decisione, meglio sarà per il nascituro, che avrà come padre e madre persone più mature e responsabili. Si sente pure dire che i figli di genitori anziani nascono con un'intelligenza superiore alla media. In ogni caso vorrei precisare il mio pensiero, al di là di facili previsioni: nel dubbio, non procreiamo. La filiazione deve essere un atto di responsabilità e non di egoismo. Assisto sgomento al fenomeno delle adozioni da parte di ricche coppie gay, dettato unicamente dal compiacimento di avere figli solo per soddisfare la loro vanità. E questo non è certamente un bene per i figli di tali nuovi modelli di famiglia, se così vogliamo chiamarli.
D.: Secondo Lei l’opinione pubblica è pronta a questi cambiamenti?
R.: Per me queste domande sull'opinione pubblica hanno poco senso: da chi è formata l'opinione pubblica? Si può considerare pubblica l'opinione che viene formata e condizionata dai media ufficiali asserviti a chi detiene il potere? E' chiaro che il pensiero anche di pochi, quando è basato su principi di libertà e di salvaguardia dei diritti umani, è destinato a vincere prima o poi, le rivoluzioni sono sempre nate da uno o da pochi che hanno avuto il coraggio di pensare diversamente rivendicando le libertà negate: strano, ma benefico virus, il pensiero.
D.: La famiglia del 2050 da cosa sarà unita? Quali fattori conteranno di più: il legame affettivo, la dipendenza economica, la legislazione?
Sarà unita da un maggior senso di responsabilità, che consentirà un miglior legame affettivo. Ma i fattori da Lei elencati sono interdipendenti: se ci saranno leggi migliori, come prevedo, il cittadino avrà più fiducia nelle istituzioni ma anche nel prossimo; se c'è prosperità economica, se ci saranno posti di lavoro per tutti, si avrà più amorevolezza e ci saranno nuove nascite. La famiglia del futuro, allargata o meno che sia, sarà unita soprattutto nei buoni sentimenti.
D.: La delimitazione di "famiglia" del 2050: chi si includerà nel nucleo familiare?
R.: Sarà una famiglia aperta, più che allargata, espressione in uso in questi tempi di crisi e che implica un significato negativo, volendo nascondere il fatto che i confini della famiglia tradizionale sono già stati valicati. Non si allarga un bel niente, se mai si ricomprende, si accoglie. La famiglia è una comunità che dovrebbe essere il primo nucleo della società civile. Così sarà regolamentata e disciplinata in futuro, non ci saranno più discriminazioni e nemmeno ruoli fissi di padre e di madre né di figlio legittimo, illegittimo, naturale, adottato. Chiunque ne potrà far parte. Sarà una conquista di civiltà.
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